Aspasso Bike è un progetto di mobilità sociale, sostenibile, piacevole, ecologico e anche divertente per il trasporto di persone che hanno difficoltà di mobilità. Aspasso Bike promuove la mobilità attraverso l’utilizzo di biciclette inclusive: definiamo così le biciclette che, attraverso accorgimenti tecnici e attenzioni alle persone, sono adatte e confortevoli anche per persone con mobilità ridotta o disabilità psico-fisica.
Aspasso Bike nasce da un’intuizione di Alberto Franceschini, fondatore dell’azienda, che scopre attraverso un proprio amico residente in Olanda l’esistenza e l’efficacia delle biciclette inclusive: un modo per offrire mobilità e anche opportunità relazionali e sociali a chi non riesce a utilizzare una classica bicicletta. Le biciclette inclusive arrivano così anche in Italia. La scelta iniziale è quella di distribuire e proporre le biciclette inclusive prodotte da Van Raam, azienda olandese che produce biciclette uniche per esigenze speciali come tricicli, biciclette per sedia a rotelle, biciclette tandem, biciclette a doppio pilota e biciclette con accesso facilitato.
In Italia siamo riusciti a offrire la possibilità di andare in bicicletta a famiglie, ad associazioni per i loro soci e per i servizi che offrono, ad enti pubblici per offrire effettive occasioni di integrazione sul territorio: per noi una bicicletta inclusiva non è solo un mezzo, ma è l’effettiva possibilità di vivere appieno la mobilità in maniera agevole e sicura, di scoprire nuovi spazi e contesti in cui acquistare autonomia personale, di costruire percorsi di relazioni e integrazione sociale.
Aspasso Bike continua a proporre una visione che non è aziendale ma sociale: immaginiamo e ci proponiamo di contribuire a costruire un mondo in cui la mobilità sostenibile oltre ad essere ecologica e leggera possa essere anche realmente universale. Il piacere, l’emozione e quel pizzico di sano brivido che una pedalata può regalare vogliamo che sia un’opportunità ampiamente condivisa. Di più, come diciamo da quando ci è stato suggerito da chi ha provato le nostre biciclette, “il vento in faccia è un diritto di tutti”.